FEDERAZIONE ITALIANA AGENZIA VIAGGI: PREZZI IN CROAZIA ERANO INFERIORI DI CIRCA IL 15%

Di: Dimitri Canello

Foto: Corriere della Sera

Effetto euro, in Croazia prezzi folli: «Ci guadagnano le spiagge del Veneto»

Carissima Croazia, quanto mi costi. L’ingresso nell’area dell’euro dal 1° gennaio 2023 ha comportato per un fenomeno simile a quanto accadde in Italia, con l’equazione «mille lire uguale un euro» che si sta ripetendo a distanza di oltre vent’anni. Gli aumenti sono stati generalizzati, a tal punto da determinare un primo «rimbalzo» di turisti che torna a valutare come prioritario il litorale veneto-friuliano-giuliano: «La situazione sta cambiando rapidamente – spiega Giancarlo Reverenna, presidente di Fiavet (Federazione italiana agenzia viaggi) Veneto – prima del cambio i prezzi in Croazia erano inferiori di circa il 15%, adesso si sono livellati e la gente torna a considerare e a preferire le spiagge venete».

Ombrellone anche a 40 euro

Per fare solo alcuni esempi hanno trainato verso l’alto i prodotti alimentari e bevande analcoliche (+19,2%), i ristoranti e alberghi (+17%), gli alloggi e utenze (+16,5%) e dei trasporti (+13,3%). Ma anche i lettini e gli ombrelloni sono arrivati a costare 40 euro al giorno nei lidi più rinomati, rispetto ai 30 e i 25 dello scorso anno. I servizi di ristorazione, che hanno subito un rincaro medio che sfiora il 20%, in alcuni casi sono arrivati a toccare un poco edificante +43%. Addio alle mangiate di pesce a costi contenuti: se fino a poco tempo fa con 25 euro si mangiava un antipasto e un primo, ora si arriva anche a 40.

I costi di trasporto

«I costi di trasporto sono aumentati del 30-40% – aggiunge Reverenna- e non c’è più la situazione di prima, con la Croazia che poteva giocarsi la carta “bassi costi e mare bello”. Aggiungo che le nostre acque saranno pure meno carine e limpide, ma il 90% delle nostre spiagge mantiene la bandiera blu ormai da diversi anni. Anche se il turista che sceglie la Croazia nel 70% dei casi salta la mediazione dell’agenzia nonostante spesso e volentieri con noi si risparmi, stiamo già osservando una migrazione progressiva dei turisti verso il nostro litorale. Il cliente che opta per la Croazia, dopotutto, non è molto diverso da quello che va in Veneto. Per cui credo che nei prossimi anni i flussi turistici, a cominciare da Germania e Austria, potrebbero tornare a preferire il Veneto e il Friuli». Concetto, questo, condiviso da Massimiliano Schiavon, presidente di Federalberghi Veneto: «La destinazione Croazia – spiega – è molto ambita sul mercato tedesco e su quello austriaco. Noi, però, possiamo offrire un rapporto qualità prezzo, a parità di costi, superiore sul fronte dei servizi. Il Veneto e la Croazia lavorano sullo stesso tipo di mercato e l’impennata dei costi nei nostri vicini ci aiuta notevolmente. Le nostre spiagge sono più adatte alle famiglie, mentre il pubblico che sceglie le coste croate probabilmente cerca il bel mare pur sapendo che nella maggioranza dei casi troverà roccia e non sabbia. In definitiva direi che abbiamo imparato a tenerci gli italiani in casa, adesso vediamo di non farceli scappare di nuovo».

Prodotto comparabile al nostro

Di opinione diversa, soprattutto sulla qualità del servizio croato, Alberto Granzotto, presidente di Faita Federcamping nazionale e Nordest: «Si tratta di un competitor molto pericoloso – evidenzia – anche perché nessun Paese quanto la Croazia ha investito negli ultimi anni in termini qualitativi su strutture e servizi. Il prodotto, rispetto a dieci – quindici anni fa, ormai è comparabile al nostro. Le nostre due associazioni di categoria si confrontano periodicamente, abbiamo comunanza di vedute e non possiamo più permetterci di sottovalutare la nostra vicina».

C’è chi, come il presidente di Confturismo veneto Marco Michielli, offre anche un ulteriore spunto di riflessione: «La situazione croata – ammette – aiuta a togliermi un macigno dalla scarpa. Quindici anni fa tutti erano preoccupatissimi della loro concorrenza, si diceva che ci avrebbero annientati. Io non sono d’accordo che la clientela sia simile, secondo me si tratta di due pubblici diversi. Chi ama la sabbia veniva da noi già prima, ci viene tuttora e continuerà a venirci anche in futuro. Quello che sta accadendo dai nostri cugini è sotto gli occhi di tutti, sarà anche la fine del pendolarismo di chi, magari, andava in Istria a farsi una mangiata di pesce. A Portogruaro succedeva, adesso non accadrà pressoché più. Chi faceva una scelta puramente economica tornerà sul nostro litorale».

Chi ha comprato casa

Il vero affare, in questo sistema in cui i prezzi corrono verso l’alto senza sosta, lo ha fatto chi decise di comprare casa in Croazia dopo il 2012: «Per quindici anni – spiega il costruttore padovano Fabio Cremonese – i prezzi sono rimasti fermi. Ma chi conosce quel Paese, come me, si aspettava questa escalation. Nel 2012 il governo croato decise di dare il via libera agli italiani che volevano acquistare un immobile in loco, mentre prima c’era il patto di reciprocità, ossia trovare un croato che decidesse di acquistare in Italia. Si era creato il fenomeno dei prestanome, ma chi comprò casa subito dopo il 2012 adesso ha capito di aver fatto un vero affare. Tantissimi veneti, soprattutto trevigiani, hanno fatto bingo. Il mercato immobiliare continua ad andare bene, si vende, c’è molta vivacità e personalmente credo che i rialzi non siano ancora finiti. I prezzi aumenteranno ancora e proprio noi veneti potremmo beneficiarne se sapremo sfruttare l’occasione».

 

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